Red Canzian: un leone sul palco e nella vita.

“È la prima volta che salgo sul palco dopo i problemi di salute che ho avuto tra gennaio e febbraio che mi hanno tenuto due mesi in ospedale. Tornare qui ha il sapore di una ripartenza, di qualcosa di pregiato, di prezioso: quando l’avevamo gratis tutti i giorni ci sembrava la normalità, mentre la apprezziamo molto di più ora che è una rarità. Andare sul palco e lavorare, cantare e trovare l’abbraccio della gente sembra una cosa speciale visto che ci è mancata per due anni, quindi non posso che essere felice”.

Esordisce così Red Canzian, bassista e cantante dei Pooh, storica band che in 50 anni di carriera ha fatto la storia della musica italiana. Di anni ne sono passati tanti, da quel primo provino sostenuto nella lavanderia di un hotel a Roncobilaccio, con una miriade di rotoli di carta igienica a fargli da cornice, perfetti per insonorizzare la stanza. “Sono andato al provino dei Pooh non convinto, nell’incoscienza mentale che hai a vent’anni, quando ti senti un supereroe e non pensi che anche per te i giorni avranno una fine. Mi sentivo invincibile e soprattutto lontano da quella musica; facevo la musica prog e pensavo: “mah, i Pooh…” Poi alla fine meno male che l’ho fatto quel provino: ho sentito dei musicisti bravissimi che suonavano da Dio, ed è stato molto bello misurarmi subito con loro con uno strumento che non avevo mai suonato. Il loro manager diceva: “non sarà mica un problema, due corde in più, due corde in meno…” quindi alla fine ho lavorato con due corde in meno!” E riguardo allo scioglimento del gruppo commenta: “nei Pooh ha sempre valso la democrazia: la maggioranza ha deciso di fermarsi e credo sia stata una cosa molto intelligente. Abbiamo fatto una conclusione importante e se non avessimo terminato in questo modo, la carriera sarebbe finita a scemare come qualsiasi altra che si protrae troppo a lungo. Io credo che soltanto i grandi pensatori sono in grado di accettare di fermarsi quando ancora sono dei numeri uno”.

Persona squisita Red, simpatico, affabile, un leone sul palco e nella vita, con un cuore capriccioso che per due volte l’ha costretto a fermarsi per un po’. “Dopo un mese che ero ricoverato in ospedale, la voce non tornava perché ero stato intubato. Mia moglie ha chiamato la logopedista che me l’aveva fatta tornare nel 2015, quando mi hanno operato al cuore e le ho detto: “senti, qui dobbiamo lavorare perché non siamo messi bene.” Abbiamo cominciato a fare lezioni via Skype, e quando facevo quei suoni strani che servono per scaldare la voce, ogni tanto qualche infermiera entrava nella stanza preoccupata per chiedermi se andava tutto bene. Allora ho deciso che era meglio cominciare a cantare: da quel momento si sono tranquillizzate e si fermavano sulla porta ad ascoltarmi”.

È carico Red, pronto a tornare sul palco e ad incontrare il suo pubblico. “Sto preparando un concerto per l’estate, un percorso narrativo dove citerò 27 brani dei Pooh e avrò dei grandi artisti al mio fianco che duetteranno con me: Mario Biondi, Marco Masini ed Enrico Ruggeri. Ho recuperato i fiati che hanno suonato nella nostra tournée del 1986, che sono dei signori più vecchi di me ma che suonano sempre benissimo, ed è una meraviglia vederli tornare sul palco. Infine farò un duetto virtuale con Stefano, che ho filmato tre mesi prima che se ne andasse. È qualcosa di prezioso, una meraviglia”. Inoltre è reduce dalla sua ultima fatica “Casanova Opera Pop”, un musical tratto dal bestseller di Matteo Strukul “Giacomo Casanova – La sonata dei cuori infranti”, che racconta gli aspetti meno conosciuti del 35enne al rientro dall’esilio, mostrando il suo lato romantico e le sue conoscenze in varie materie, dalla filosofia alla chimica passando per le lingue straniere, facendolo diventare quasi un supereroe buono. Un cast straordinario di 21 performer tra attori, cantanti, ballerini e acrobati che hanno già portato con grande successo lo spettacolo per tre mesi nei teatri del nord Italia dove ritornerà quest’autunno. Grazie a quest’opera Red è stato premiato pochi giorni fa dal Sindaco di Venezia con il Leone D’Oro di San Marco, simbolo della città, per averla omaggiata nell’anniversario dei 1600 anni dalla sua fondazione: “il Leone alato, che a Venezia chiamano “moéca”, è proprio un bell’animale; questo è l’unico premio che tengo in casa perché è veramente bellissimo”.

Infine, come non tracciare un bilancio di una carriera costellata di grandi esperienze e di successi. “Non c’è un modo per fare questo mestiere: lo puoi fare con una chitarra davanti a dieci persone, con un pianoforte, un basso e delle fotografie davanti a 600 spettatori, oppure in uno stadio. L’emozione che tu racconti sul palco non cambia valore a seconda della platea o dell’amplificazione. Se urli qualcosa con 100.000 watt o la canti in un salotto davanti al caminetto, il suo valore artistico intrinseco non cambia. Dopo la bulimia di concerti con migliaia di persone, con il suono potente, dividendo in quattro con i miei fratelli l’esperienza musicale, non mi costa, non mi pesa e mi riconosco in questa esperienza da solo. In un’intervista mi hanno chiesto quali sono le cose più importanti per me: io ho risposto il palcoscenico e la famiglia, il pubblico e la vita privata. In che ordine? Non c’è un ordine, perché quando sono sul palcoscenico sto con la famiglia, stiamo insieme per cui è un tutt’uno. Non provo alcun senso di riduzione, perché io credo che la cosa importante sia il come fai le cose: se io faccio una cosa minimalista, pianoforte e voce ad esempio, cerco di farlo sempre mantenendo un livello di rispetto nei confronti del pubblico che si deve tradurre necessariamente in un’eleganza e in una classe che devi avere nel momento in cui racconti e rappresenti una storia. Ho rinunciato a tante televisioni dove non si cantava dal vivo, a tanti programmi che non assomigliavano al mio modo di pensare. Io non mi permetto di giudicare i programmi, io giudico me stesso, e se non sono felice al mattino quando mi alzo, sapendo di dover andare a fare una cosa che non mi piace, a settant’anni preferisco evitare”.

Puoi seguire Red Canzian su https://www.redcanzian.it/ e https://casanovaoperapop.it/

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